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Giornata Unità nazionale e delle Forze Armate

saluto autorità tt

«Non smettiamo mai di ribadire il valore dei nostri militari, impegnati in missioni

di pace sugli scenari di tutto il pianeta, allo scopo di difendere le popolazioni civili». Il sindaco Fabio Bergamini ha celebrato così, con un giorno d’anticipo rispetto al calendario, la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Un evento che cade nel 101° anniversario dalle fine della Prima Guerra Mondiale, un anno dopo il corposo cerimoniale del centenario. «La giornata che, per ragioni di calendario celebriamo nella prima festa utile, vale a dire oggi, è l’occasione di riaffermare con decisione alcuni concetti fondamentali – ha detto Fabio Bergamini nell’atrio del municipio, subito dopo avere deposto le corone d’alloro davanti ai monumenti ai Caduti –. Non è anacronistico, infatti, parlare di Forze Armate. In un periodo storico in cui appare scarsamente popolare e (per qualche benpensante) quasi politicamente scorretto citare i nostri preziosi militari. Uomini e donne che difendono l’onore del Paese in una pluralità di scenari mondiali. Attraverso le numerose missioni di pace, che servono a garantire l’ordine, la sicurezza delle popolazioni civili, ma anche a portare assistenza e salvaguardare siti di importanza Unesco». La cerimonia è cominciata come da tradizione con la S. Messa in duomo, alla presenza del comandante dei carabinieri di Bondeno, Abramo Longo, di quello della polizia municipale, Stefano Ansaloni, e delle associazioni ex combattentistiche e del volontariato. Per proseguire con il corteo al seguito della Filarmonica “G. Verdi” di Scortichino e la deposizione delle corone, in particolare, davanti al monumento denominato “La Madre”, sui giardini di viale Pironi, dove un anno fa fu posizionato l’albero della “Vita”. «Un simbolo di pace rivolto alle nuove generazioni» ha concluso il sindaco. Cerimoniale simile a Scortichino, dove il vicesindaco Simone Saletti ha tenuto il suo discorso dinanzi al monumento di piazza 20 maggio, contestualmente alla relazione dei due storici Bracciano Lodi ed Edmo Mori, in merito alla ricollocazione del monumento ai Caduti del paese.
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