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2 GIUGNO, CERIMONIA IN PINACOTECA

“La storia dei 70 anni della Repubblica è la storia gloriosa di un popolo che scelse di autodeterminarsi, di individuare - con voto democratico - la forma di governo che lo avrebbe proiettato nel futuro, un futuro carico di speranza e di aspettative. Ecco perché oggi non possiamo accettare che si metta mano a questa gloriosa tradizione votando per una riforma costituzionale che quel diritto all’autodeterminazione ce lo sottrae”. Lo ha detto il sindaco di Bondeno Fabio Bergamini, nel suo discorso ufficiale del 2 giugno pronunciato in Pinacoteca. Centinaia di persone hanno seguito oggi i festeggiamenti della Repubblica - nella giornata anche dedicata al mondo del volontariato e delle associazioni sportive. La celebrazione delle ricorrenze è partita alle 10 con una messa in duomo officiata da monsignor Marcello Vincenzi, che, nell’omelia, ha definito il volontariato come “una delle esperienze più belle della vita di comunità” e lo sport come “educazione alla vita, alla convivenza e base per una sana e corretta formazione”. Ringraziamenti alle forze dell'ordine e a tutte le associazioni presenti (volontari, club, associazioni combattentistiche e d’armi) li ha espressi anche il sindaco, prima di tenere l’allocuzione in Pinacoteca, seguita dalla ‘lectio magistralis’ del professor Romano Cavagna, bondenese di origini, ora presidente dell’Associazione Mazziniana, sede di Belluno, che ha ripercorso la storia della nascita della Repubblica e della Costituzione. “Oggi celebriamo la nostra patria, gravida di problemi, preoccupazioni, ansie, ma con una gran voglia di rinascere”, ha detto il docente.
A Cavagna Bergamini ha donato un simbolo di Bondeno, realizzato dall’artista Gianni Cestari.
“Questo è un giorno di festa che dobbiamo avere il coraggio di glorificare anche dicendo ‘no’ a chiunque voglia negarci la libertà e l’autonomia conquistata con il sangue dei nostri Padri”, ha rimarcato il primo cittadino nel suo discorso. Il riferimento critico di Bergamini è rivolto alla riforma costituzionale, “che nega ai cittadini anche la possibilità di dire la propria sui trattati europei (che troppo spesso non fanno gli interessi nazionali ma, anzi, rappresentano un attacco alla nostra economia e alle nostre produzioni), nega il valore delle autonomie e dei territori e ci sottopone, di fatto, alle volontà di altri Stati, in barba alle battaglie di libertà dei nostri Padri”.
Bergamini ha inoltre rivolto, in chiusura di discorso, un appello agli insegnanti”: “Diamo valore, oltre che alla storia universale, anche alla storia locale, con un preciso obiettivo: occuparsi di uomini e politica”. E ai giovani Bergamini ha espresso il proprio invito: “Se non prenderete in mano le redini del futuro, della politica, sarà la politica, inevitabilmente, a occuparsi di voi. Non lasciate ad altri il monopolio del vostro domani. Studiare la storia e impegnarsi in politica è l'unico vero impegno civico”.

 

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