Negli stabilimenti delle Officine Barbieri e della Ossind di Scortichino
si trovano macchine all’avanguardia, robot “intelligenti” e, soprattutto, manodopera specializzata. Quella che manca in molte realtà produttive e che tarpa le ali all’espansione del proprio business. Del resto, negli stabilimenti del Gruppo Barbieri situati a Scortichino e Zerbinate la visione nel lungo periodo e l’investimento in alta tecnologia sono stati alla base dei risultati compiuti negli anni: dai componenti del Mose, realizzati nell’epoca in cui il capannone industriale della frazione scortichinese era stato danneggiato dal sisma e rimesso in sesto a tempo di record; fino alle parti necessarie al completamento dell’Allianz Stadium di Torino, che qui hanno visto la luce. «Il capannone si danneggiò in questo punto – indicano i figli di Nicola Barbieri, Dante e Roberta, durante la visita dell’amministrazione dell’altro giorno – proprio all’altezza di uno dei nostri carro ponte. Per fortuna, l’attività non ne ha risentito». Le Officine Barbieri sfornano mensilmente macchinari per la movimentazione, il sollevamento ed il trasporto, l’edilizia stradale e ferroviaria, le costruzioni civili e industriali, la carpenteria medio-pesante, con un occhio rivolto anche al riciclo. Visto che nulla, nemmeno il truciolato delle lavorazioni metalliche, viene gettato. Anzi, tra i macchinari realizzati vi sono anche quelli per la demolizione e il riciclo dei materiali. Durante la visita del sindaco Fabio Bergamini e del vicesindaco Simone Saletti, nei giorni scorsi, era in lavorazione un carro ponte ad uso industriale di 34 metri di dimensione. Un gigante, ma paradossalmente quasi nascosto tra macchinari e il fermento quotidiano dell’attività lavorativa.