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4 NOVEMBRE, CERIMONIA E MOSTRA

Cerimonia4Novembre

“Oggi, come ogni anno, ringraziamo i tanti Uomini e Donne che hanno offerto il loro sacrificio per un mondo più giusto e celebriamo le tante culture e tradizioni che popolano un Paese, il nostro, da 154 anni unito nelle differenze. Un Paese che, per ricchezza storica, profondità culturale, patrimonio artistico, ingegno, creatività è il migliore al mondo”. Così il sindaco di Bondeno Fabio Bergamini nel suo discorso per la festa del 4 novembre, dedicata alle ‘Forze armate’ e all’unità nazionale.
La cerimonia si è aperta questa mattina, come da tradizione, con l’alzabandiera, accompagnato dall’inno di Mameli, suonato dalla centenaria filarmonica ‘Giuseppe Verdi’ di Scortichino, guidata dal maestro Roberto Padovani. Quindi l’omaggio ai caduti al monumento di piazza Gramsci sulle note della canzone del Piave.
Presenti le massime autorità locali: oltre al sindaco, con l’assessore Francesca Poltronieri, monsignor Marcello Vincenzi, i comandanti della stazione dei carabinieri di Bondeno Abramo Longo, e di Burana, Stefano Cardinali, il comandante della polizia municipale Stefano Ansaloni. A sfilare, in corteo per le vie del Comune, anche i labari dell’associazione Autieri d’Italia, delle famiglie, caduti e dispersi in guerra, con Anpi, Aeronautica e Comune. Idealmente presenti anche gli invalidi di guerra, i reduci, i granatieri, i paracadutisti. Decine gli studenti che hanno partecipato all’evento.
Dopo la messa in pinacoteca e il discorso del sindaco, è stata la volta del taglio del nastro della mostra sulla prima guerra mondiale, curata da Cinzia Bianchini e ospitata alla Casa operaia (la rassegna sarà aperta al pubblico fino al 22 novembre). Un’inaugurazione partecipata anche da decine di ragazzi delle scuole del territorio. In rassegna documenti, lettere, fotografie, medaglie: i ricordi che tanti bondenesi - ringraziati da Bergamini - hanno voluto condividere con i propri concittadini. Curiosità: tra i documenti in esposizione ve n’è anche uno che testimonia l’applicazione del criterio di residenzialità storica nell’assegnazione dei contributi ai poveri ricoverati al Borselli: già tra fine 1800 e inizio 1900 era necessario essere cittadini del Comune da almeno 5 anni per usufruire delle cure municipali gratuite.
“Non abbiamo inventato niente, abbiamo semplicemente preso esempio dai nostri padri che, a distanza di oltre un secolo, hanno ancora tantissimo da insegnarci”, ha commentato Bergamini.

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